Stroncare alla radice il “voto di scambio”. La missione del giudice De Grazia
CULTURAdomenica 23 marzo 2014 09:08
Stroncare alla radice il “voto di scambio”. La missione del giudice De Grazia
Romano De Grazia è uno di quei magistrati a cui il Diritto scorre nelle vene. Raggiunta la pensione poteva godersi tranquillamente il riposo in qualche frammento di bellezza che è custodito nella sua Calabria, ma invece ha iniziato una battaglia per dotare lo Stato di uno strumento semplice da applicare per stroncare alla radice il “voto di scambio” politico-mafioso. Perchè Libera questa legge non la vuole?
Si tratta della Legge Lazzati che vuole impedire e perseguire i mafiosi sottoposti alla misura della Sorveglianza Speciale (e che non hanno quindi diritto di voto) che raccolgono voti per il politico o i politici amici. Pene severe e decadenza immediata del politico o dei politici eletti con quei voti sporchi.
Ma nell'Italia delle parate antimafia e dei grandi proclami laici e cattolici contro le mafie, questa semplice Legge non la sia approva. A questo strumento di contrasto e di prevenzione vengono posti, trasversalmente, ostacoli per non applicarlo.
Per questo Romano De Grazia, Presidente Agg. On. della Corte di Cassazione, non solo continua la sua battaglia con il Centro Studi Lazzati ma promuove un viaggio che percorre il Paese per spiegare questa semplice norma e per cercare di smuovere coscienze ed impegno concreto. Dopo il recente incontro a Genova, dove sono intervenuti anche il Sostituto Procuratore della Direzione Nazionale Antimafia, Anna Canepa, il Presidente Emerito della Corte di Cassazione, Franco Marzano, ed Carlo Brusco, Magistrato delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, il 21 marzo è stato a Lecco, altra terra, come la Liguria, da decenni colonizzata dalla 'ndrangheta. Tra poco il suo intervento online qui.
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