A sua Eccellenza,
Mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale della Conferenza Episcopale
Italiana e Vescovo di Cassano dello Ionio
Salve, Eccellenza, sono
il responsabile del Centro Studi “Giuseppe Lazzati”, sede di Lamezia Terme.
Mi permetto di scriverLe
per manifestarLe le nostre più vive congratulazioni per la nomina a Segretario
Generale della Conferenza Episcopale Italiana,
con mantenimento dell’incarico di Vescovo di Cassano dello Ionio.
Siamo lieti che a
ricoprire questa altissima carica sia stato chiamato un Pastore di Calabria, una
terra che spesso è conosciuta per via della criminalità organizzata.
La Sua nomina è un
segno della Provvidenza: è la Chiesa che può salvare la Calabria e l’Italia
dalla mafia, mettendo alla porta ciarlatani, nani e ballerine dell’antimafia di
parata che la fanno purtroppo da padroni sul territorio nella cd. lotta alla
mafia.
E’ una speranza per la
nostra Calabria e per tutti i cittadini calabresi che abbiamo a cuore le sorti
della nostra terra e il futuro dei nostri giovani.
Non so se conosce già
questo Centro Studi e il suo fondatore, il giudice Romano De Grazia e,
nell’eventualità negativa, le scrivo qualche parola per spiegarLe chi siamo e
cosa facciamo.
Il Centro Studi “G.
Lazzati”fu fondato nel 1993 dal dr. Romano De Grazia, oggi Presidente emerito
di Cassazione, e, facendo riferimento agli insegnamenti di Lazzati, Dossetti,
La Pira e Aldo Moro, abbiamo ritenuto, dopo le stragi di Capaci e di via d’Amelio,
di opporci, in concreto, al dilagare della mafia e di restituire il territorio
allo Stato di diritto, anche per uno scatto di orgoglio e far sapere a tutti
noi ed agli altri che se vogliamo sappiamo essere protagonisti del nostro
futuro, soprattutto ai giovani.
Ed, invece, di
limitarci a fare parate di antimafia nei comodi salotti allestiti di volta in
volta presso partiti, associazioni o studi televisivi, invece di limitare la
nostra attività alle solite liturgie dopo attacchi intimidatori alle persone ed
alle Istituzioni, abbiamo elaborato un progetto normativo che serve più delle
celebrazioni ad onorare la memoria delle vittime.
Abbiamo ritenuto di
dovere lottare contro il paradosso normativo in base al quale il mafioso sottoposto
alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale non può esercitare il diritto
di voto, ma può raccogliere il voto degli altri attraverso la propaganda
elettorale.
Cioè a dire io, se
sottoposto alla sorveglianza speciale, non posso esprimere il mio voto, ma se
ne raccolgo 10, 100, 1.000, 10.000, ciò mi è consentito.
Il divieto contenuto
nel progetto da noi predisposto eliminerebbe tale paradosso ed eviterebbe,
invece, gli scioglimenti dei Consigli comunali per inquinamento mafioso.
E’, infatti, nel momento
elettorale che il malaffare entra nelle Istituzioni elettive, ed è soprattutto
in quel momento che lo Stato di diritto deve intervenire.
E’ questo l’effetto
deterrente della legge Lazzati,deputata a ripristinare la legalità.
Tale norma si pone al
di là delle appartenenze politiche ripristinando quello che è un valore comune.
Come hanno sempre insegnato i padri della Chiesa
e della nostra Costituzione repubblicana.
Non c’è giustizia senza
legalità , non c’è legalità senza solidarietà.
Altro pregio, (come
hanno scritto esponenti qualificati di dottrina e giurisprudenza, giudici della
Suprema Corte e titolari di cattedra di vari atenei) , la legge, così come
predisposta dal nostro Centro Studi, attribuisce rilevanza penale ai dimostrati
rapporti elettorali intercorsi tra malavitosi e candidati di pochi scrupoli.
Senza che l’Accusa, e
cioè il p.m., sia costretto a fornire la prova diabolica della ragione per la
quale politico e delinquente hanno sottoscritto il patto perverso.
In definitiva, senza la
legge Lazzati,, i su descritti rapporti
elettorali, resterebbero privi di sanzione.
Come ad esempio, a
Cassano, dove lo Stato di diritto è
potuto intervenire sulle vicende elettorali che riguardavano i Forestefano e i
candidati da loro appoggiati solo quando si sono provati contenuto e termini dell’accordo sottostante
tra di loro intercorso.
Il che difficilmente si
può provare da subito; molto più verosimilmente, si acquisisce a distanza di
tempo e con nessuna incidenza sulla competizione elettorale nella quale quale
il rapporto è avvenuto.
La legge Lazzati offre, invece, uno strumento nell’immediato e
per questo fa più paura della normativa di cui agli artt. 416 bis e ter , C. P.
Per questo sono occorsi
20 anni per l’affermazione di questi principi.
Il testo originario
della legge Lazzati, peraltro, è stato stravolto.
Da qui la necessità che
venga approvata una modifica alla legge stessa, che ne elimini le incongruenze;
se ne facciano carico i Parlamentari, al di là delle appartenenze.
O si cambia o si muore,
ecco perché, Eccellenza, la sua nomina è un segno della Provvidenza!
Lo ha detto Papà
Francesco che bisogna liberare la società dalla mafia e si rivolge sempre ai
giovani, esortandoli a non farsi rubare la speranza.
Noi giovani non
vogliamo farci rubare la speranza.
Facciamola finita con
le solite liturgie che seguono puntualmente ad ogni attentato mafioso!
La mafia va affrontata
in trincea e non con gerbere gialle, navi della legalità e braccialetti
bianchi.
Portiamo avanti questo
progetto che è più concreto elemento di lotta al malaffare mafioso.
Su di Lei contiamo
molto.
Anche perché non possiamo
contare sui mezzi di informazione nazionale i quali hanno sempre sistematicamente
ignorato la legge lazzati, dando esclusiva attenzione a professionisti dell’antimafia
e qualche volta a qualche magistrato che poi è stato arrestato per collusione
con la mafia.
Non può non tacersi l’aspetto
mediatico devastante e fuorviante che assume la trasformazione dell’esortazione
da “Attenti al Papa”ad “Attentato al Papa”.
E così, l’incauto
autore dell’esortazione, sempre alla ricerca di ribalte televisive, invitato a
chiarire il senso della sua espressione, ha dovuto fare poi penosa marcia
indietro, sottolineando di non essere a conoscenza di nessun attentato al Papa.
Noi non lottiamo contro le ombre e non abbiamo
secondi fini;
bensì lottiamo da sempre
contro fatti e misfatti della società.
Maddalena Del Re.
Lamezia Terme, 1°
gennaio 2014
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